Quando si decide di ricorrere all’aiuto della psicologia può accadere di sentirsi rassicurati dall’idea di poter dare un nome alla propria sofferenza, spesso pervasiva e nebulosa. Questo desiderio è del tutto comprensibile. Dare forma all’ignoto ci permette di riacquistare un potere su noi stessi, che ci dà la percezione di riuscire ad affrontare più efficacemente il problema e tenere a bada il dolore connesso.
L’attribuzione di un’etichetta diagnostica rischia tuttavia di portare ad una poco utile semplificazione. In particolare, le persone che intraprendono un trattamento ad orientamento psicoanalitico non dovrebbero essere ridotte ad un insieme di sintomi. Ogni persona è unica e ognuno può raccontare in modo diverso i propri attacchi di panico, oppure le proprie reazioni di rabbia o, per fare degli esempi, le proprie difficoltà nell’instaurare e mantenere relazioni soddisfacenti.
La diagnosi diventa un’ipotesi di lavoro, che costruisco insieme al paziente nell’esplorazione della sua storia, col processo di immedesimazione empatica negli affetti vissuti e nella specificità del nostro dialogare.
Presso il mio studio conduco incontri di psicoterapia individuali con adulti e adolescenti, di coppia e familiari.
A titolo esemplificativo, di seguito alcune delle principali motivazioni che conducono le persone a contattarmi:
• disturbi di carattere emozionale: ansia generalizzata, panico, fobie, ossessioni, depressione; altri disturbi emotivi: rabbia, vergogna;
• disagi di carattere interpersonale e sociale: solitudine, timidezza, isolamento sociale; difficoltà relazionali e coniugali; difficoltà nei contesti lavorativi;
• disturbi di carattere psico-sessuale: disfunzioni sessuali (impotenza, vaginismo); tematiche relative all’orientamento sessuale;
• dipendenze patologiche: dipendenza sessuale, dipendenza affettiva, dipendenza da internet, dipendenza da sostanze stupefacenti, gioco d’azzardo.
Il mio approccio clinico
L’esperienza clinica mi ha confermato, che le persone riescono ad ottenere cambiamenti terapeutici grazie all’acquisizione di maggiore consapevolezza di sé ma anche, e soprattutto, come risultato di un processo relazionale trasformativo instaurato con il terapeuta. Avere una conoscenza più approfondita
delle proprie sofferenze è indispensabile per una maggiore comprensione dei propri impliciti e relativa attribuzione di significati; il farne esperienza con un terapeuta empatico costituisce il fattore determinante per acquisire modalità organizzative alternative all’interno di una nuova esperienza relazionale. Al centro del mio lavoro c’è l’attenzione per la persona e il suo mondo relazionale, che diventa la cornice per comprendere, rileggere e ri-narrare “il problema” e per poter costruire un nuovo modo di essere persona ed un modo più soddisfacente di vivere le relazioni.
Il primo compito del terapeuta è assumersi la responsabilità di costruire un contesto accogliente, entro il quale ha luogo la relazione terapeutica. In altre parole, il terapeuta si occupa, innanzitutto, di creare le condizioni di sicurezza e fiducia per consentire al paziente di intraprendere il percorso di cura.
Mi sono laureata come Psicologa Clinica presso L'Università La Sapienza di Roma e formata come Psicoterapeuta presso l'A.P. F. di Roma.
Iscritta all'ordine degli Psicologi del Trentino Alto Adige.
Negli anni ho maturato esperienze in diversi ambiti della psicologia, nel settore pubblico, privato e del privato sociale.
Inizialmente ho svolto la mia attività professionale nella comunità terapeutica " La grande montagna " ( Coop. Gnosis ) per pazienti psichiatrici; in casa famiglia per bambini e adolescenti provenienti da famiglie abusanti e come coordinatrice del progetto "Kabiria ", un servizio di pronta accoglienza per donne costrette alla prostituzione della O.N.L.U.S. Domus Bernadette.
Ho svolto la mia professione anche in ambito scolastico attuando progetti di prevenzione del disagio adolescenziale attraverso incontri tenuti in aula con studenti, che mediante la conduzione di gruppi di sostegno-orientamento con adolescenti a rischio.
Ho collaborato come consulente clinica per l'attuazione di progetti di formazione con Alea 96.
Ho svolto per molti anni la professione di psicoterapeuta nel mio studio privato, nel corso del tempo ho avviato una collaborazione con l'Accademia della Famiglia diventando parte dell'equipe clinica e svolgendo attività di formazione su tematiche di rilevanza clinica. Con l'A.S.L. RM H ho collaborato in veste di formatore e di supervisore clinico degli operatori del G.I.L. adozioni.
Da qualche mese mi sono trasferita da Roma a Bolzano.
Attualmente la professione clinica che svolgo presso lo studio di Corso Italia, 32 è relativa a psicoterapia individuale per adulti e adolescenti, psicoterapia di coppia e familiare.
Di crescente sviluppo sono sia le richieste di psicoterapia di coppia e familiare, che quelle per problemi legati alle cosiddette nuove dipendenze, in particolar modo delle dipendenze affettive, sessuali e da internet, a tal proposito ho avviato una collaborazione con la S.I.I.Pa.C., polo specialistico per la cura delle nuove dipendenze.